Confagricoltura Padova lancia l’allarme per i risvolti della manovra “salva Italia” di Monti per le imprese agricole con le imposte che crescono del 400%

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Appello al Governo: “mercato e occupazione a rischio. Riconsiderare l’impatto del provvedimento sul sistema agricolo”

Le conseguenze del decreto ‘salva Italia’ del governo Monti si annunciano gravissime per gli la crescita esponenziale delle imposte a carico degli agricoltori. Secondo le prime stime di Confagricoltura Padova, l’aumento della base imponibile ai fini IMU, insieme alle nuove tasse sui fabbricati rurali, comporta infatti incrementi di tassazione dal 100% sino a valori assurdi del 400%. L’allarme è lanciato dal presidente di Confagricoltura Padova, Antonio da Porto: “l’agricoltura, già penalizzata dalla crisi congiunturale, non può essere l’unico settore escluso dai provvedimenti sullo sviluppo e contemporaneamente vessato sotto il profilo fiscale. Antonio da PortoRiteniamo che una più attenta valutazione debba portare il Governo a riconsiderare l’impatto del provvedimento sul sistema agricolo”. Per da Porto “viviamo un momento gravissimo e ognuno deve fare la sua parte. Noi non ci sottraiamo affatto a dare tutto il possibile contributo al risanamento dei conti pubblici, ma nemmeno vogliamo chiudere le nostre aziende. Un fatto questo che sarebbe disastroso per noi, ma anche per il Paese intero”.

Ecco un esempio di quanto aumenterebbe – secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confagricoltura – l’imposizione fiscale per un’azienda di circa 50 ettari (colture seminative e foraggere) con quattro fabbricati rurali, che attualmente versa un’Ici sui soli terreni di circa 2.200 euro. Con la nuova tassazione si passerebbe ad un totale di oltre 8.600 mila euro. Un aumento che supera i 6.400 euro, prossimo al 300% dell’attuale carico fiscale.