Da Confartigianato Udine no alla realizzazione dei parchi fotovoltaici sul terreno

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Appello alla Regione e Comuni per una diversa regolamentazione urbanistica per preservare il territorio e il paesaggio, utilizzando preferibilmente i tetti degli edifici. Rovereto in Trentino ha già deliberato di tutelare le campagne

“Basta con lo spreco di terra per costruirci mega parchi fotovoltaici”. La denuncia non arriva dal mondo agricolo, tradizionalmente contrario al consumo di terra coltivabile, ma da quello artigiano ed in particolare da Adriano Stocco, capo categoria Impianti elettrici di Confartigianato Udine che evidenzia come “negli ultimi anni siano proliferati sul web e sugli altri canali di comunicazione, annunci riguardanti la vendita o l’affitto di terreni agricoli per l’installazione di impianti fotovoltaici, dove c’è chi offre anche 6.000 euro a ettaro per l’affitto annuale di un terreno agricolo in posizione favorevole. Sono – spiega – soprattutto fondi di investimento tedeschi, belgi ed olandesi interessati al mercato italiano in quanto il Conto Energia vigente in Italia è ancora il più alto in Europa”.

Proposte che trovano terreno fertile in Italia sia da chi ha piccoli appezzamenti di terra non coltivati, ma anche dai Comuni, che così sperano di rimpinguare almeno in parte le ormai esigue casse comunali. Alcuni comuni friulani della provincia di Udine hanno dato il via libera alla realizzazione di parchi fotovoltaici di notevole potenza. Ma Confartigianato Udine invita a una attenta riflessione: “Proprio per un oggettivo impoverimento del suolo e per uno sfregio al paesaggio e all’ambiente – dice Stocco – bisognerebbe collocare gli impianti nei siti per i quali sono nate le energie rinnovabili e cioè sui tetti delle case, della scuole o dei capannoni e quindi per una produzione distribuita su piccola scala e non concentrata in grandi impianti industriali sui campi di mezzo Friuli”.

Ma c’è un ulteriore rischio: essendo previsto un limite massimo di potenza installabile agevolata (23.000 MW entro il 2016), questi grandi impianti a terra precludono ad altre utenze, in particolare quelli installate su abitazioni, scuole, fabbriche, la possibilità di accedere ai benefici. Infine, nel caso dei terreni agricoli affittati da aziende straniere, occorre da subito porsi il problema di cosa accadrà a fine contratto. Chi pagherà, in sostanza, lo smantellamento degli impianti e il ripristino del terreno? Per questo Confartigianato Udine invita la Regione, la Provincia ma soprattutto i Comuni, che possono regolamentare in autonomia, ad intervenire.

Quanto auspicato da Confartigianato Udine è già realtà in alcuni comuni del Trentino. A Rovereto, si è deliberato di utilizzare prioritariamente le superfici dei capannoni industriali e dei centri commerciali grazie ad una modifica del Piano regolatore generale del comune che vieta l’installazione a terra degli impianti fotovoltaici. Un provvedimento che va nella giusta direzione e che ha il duplice vantaggio di limitare l’utilizzo di aree agricole e di limitare l’impatto visivo ed ambientale.