La proposta del presidente Renzo Tondo osteggiata dalle opposizioni di sinistra
Ridurre il costo della politica è una missione indispensabile se le istituzioni vogliono recuperare credibilità ed autorevolezza nei confronti dei cittadini e degli elettori. Ne è convinto il presidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, che ha proposto di portare dagli attuali 59 a 49 il numero dei consiglieri regionali.
“Tagliare il numero dei consiglieri regionali è giusto, ed è quanto la Lega Nord ha sempre auspicato” ha detto il capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Danilo Narduzzi, secondo il quale ora si aspetta solo che “Roma chiuda l’iter. La riduzione del numero dei consiglieri è un percorso che la Lega ha imboccato con convinzione sin da subito, affiancando il presidente Tondo in questa operazione di equità. L’indignazione dell’opinione pubblica nei confronti dei privilegi della classe dirigente è pienamente sottoscrivibile” Per l’esponente leghista “troppo spesso la politica sembra un gigante con i piedi d’argilla, che costa tantissimo e produce poco o niente. La riduzione del numero dei consiglieri, da sola, non basta, ma era fondamentale iniziare da qui. Adesso è necessario cambiare passo, dare risposte ai problemi più sentiti e azzerare chiacchiere e lungaggini burocratiche”.
La proposta della maggioranza è bocciata dall’Italia dei Valori: “la legge sulla riduzione dei consiglieri regionali mi ricorda la nota ‘devolution’ della Lega, di qualche anno fa. Della serie ‘taglio ma non comincio da me’” ha commentato la legge approvata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che porta i consiglieri da 59 a 49 il segretario regionale dell’Italia dei Valori, Giovanni De Lorenzi che ha giudicato il provvedimento “smaccatamente demagogico che on riuscirà a passare al vaglio della doppia lettura parlamentare necessaria per la modifica dello Statuto speciale della regione”. Il segretario regionale dell’Idv ha invitato il presidente Renzo Tondo “a rivedere le ‘scatole cinesi’ delle società partecipate dalla Regione, a imporre la riduzione del numero degli amministratori nei Consigli di amministrazione e a rivedere in una logica di economie di scala le mission delle singole società. Questi sono i costi da tagliare. Questa è concretezza. Il resto è populismo e materia da propaganda elettorale”.
Dubbi circa il voto espresso dal relatore di minoranza del provvedimento, il consigliere regionale Franco Brussa (Pd): “l’aver approvato con il solo voto delle forze di maggioranza la legge voto che riduce il numero dei consiglieri regionali è un grave errore di contenuto, oltre che di metodo”. Per Brussa “l’errore di contenuto sta nel fatto che si è voluto insistere sulla proposta del Pdl e far riferimento al numero degli abitanti, il che porterà, diversamente da come si è cercato di far credere, all’elezione di ben 50 Consiglieri regionali”. Nel merito, sempre secondo Brussa, l’errore consiste nel fatto che “non si è voluto cercare una mediazione sul provvedimento da assumere, in particolare con il Pd, il che avrebbe riverberato a Roma una legge voto di riforma costituzionale approvata con una maggioranza qualificata e non risicata”.