Le novità e i riflessi per il Trentino della nuova Politica agricola comune, varata a ottobre dalla Commissione Europea
Garantire la sicurezza alimentare di oltre 500 milioni di consumatori europei, fronteggiando il crescente fabbisogno di cibo determinato da una popolazione mondiale in costante aumento. Assicurare un reddito equo e stabile ai produttori agricoli, risultando credibile ed equa agli occhi dei contribuenti comunitari. Affrontare il cambiamento climatico su scale globale, contribuendo a proteggere l’ambiente. Sono solo alcune tra le sfide che la Politica agricola comunitaria (Pac) sarà chiamata ad affrontare nel periodo 2014-2020.
Il progetto di nuova Politica agricola comune (Pac), licenziato dalla Commissione europea il 12 ottobre, è stato al centro del convegno di settore autunnale delle cooperative agricole della provincia di Trento. Alla base del confronto la relazione di Herbert Dorfmann, componente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo. La Pac, ha precisato Dorfmann, è ancora in una fase di proposta. Si dovrà attendere circa ancora un anno per la sua approvazione definitiva. L’agricoltura è il settore che assorbe le maggiori risorse all’interno del bilancio europeo: circa il 40%, ovvero 54 miliardi su 129 annui di bilancio comunitario. Le politiche di aiuto all’agricoltura sono radicalmente cambiate negli ultimi trenta anni: fino all’inizio degli anni ’80 prevalevano i sussidi all’esportazione, che oggi sono quasi azzerati.
La proposta di riforma della Pac prevede modesti cambiamenti al cosiddetto “Secondo pilastro”, che comprende le azioni cofinanziate dai Paesi membri. Più sostanziali e d’impatto risulteranno i cambiamenti introdotti nelle politiche del “Primo pilastro”, che include le misure finanziate integralmente dall’Unione Europea. Saranno aumentati i premi per i giovani agricoltori (con età inferiore ai 40 anni), che oggi rappresentano solo il 10% della forza lavoro del settore. Novità positive per l’Italia arriveranno nel campo delle assicurazioni del raccolto, degli animali e delle piante.
Dorfmann ha riferito di essere riuscito a far stralciare dalla Commissione la norma che escludeva le cooperative agricole di grandi dimensioni dagli aiuti del “Secondo pilastro”: “una grande impresa cooperativa – ha spiegato l’europarlamentare – è il risultato dell’apporto di tante piccole aziende, non può essere trattata come una grande azienda privata”. Andando oltre le valutazioni sulla nuova Pac, Dorfmann ha riferito di avere presentato un emendamento al pacchetto qualità per istituire l’indicazione “prodotto di montagna”. Oggi non esiste alcuna regolamentazione e chiunque può stampare sull’etichetta di un prodotto alimentare la dicitura “di montagna” traendo in errore il consumatore. La Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, su iniziativa di Dorfmann, ha inoltre proposto l’istituzione di un fondo per l’ortofrutta per indennizzare gli agricoltori colpiti da crisi come quella dell’anno scorso del batterio killer dell’Escherichia coli (ehec).
Una chiave di lettura locale delle novità della nuova Pac è stata proposta da Mauro Fezzi, dirigente del Dipartimento agricoltura della provincia di Trento. Al presente, Trentino e Alto Adige, ha affermato Fezzi, beneficiano in misura modesta delle disponibilità del Primo pilastro, concentrate sui grandi produttori di pianura. Se la nuova Pac passerà, le risorse saranno distribuite in maniera più equa e la situazione risulterà più favorevole alla nostra agricoltura.
Ha concluso il convegno delle cooperative agricole l’intervento dell’assessore provinciale all’agricoltura, Tiziano Mellarini, che ha riconosciuto la maggiore attenzione all’agricoltura di montagna contenuta nella nuova Pac. “Senza l’Unione Europea non c’è futuro per l’agricoltura”, ha detto Mellarini, che ha annunciato che il 6 dicembre incontrerà assieme agli assessori delle altre regioni il nuovo ministro all’agricoltura per conoscere gli impegni del governo per il settore.