Cittadinanza agli immigrati? Il Veneto diviso tra favorevoli e contrari

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Gli esponenti della Lega contrari al provvedimento auspicato da Napolitiano “in forza della Costituzione vigente”. Favorevoli le sinistre

Domenica 27 novembre saranno 20.000 gli stranieri residenti a Padova che per la prima volta si recheranno alle urne per una prova generale di voto vero e proprio nella città del Santo. Gli stranieri regolarmente in possesso di permesso di soggiorno sono chiamati ad eleggere i rappresentanti del Consiglio delle comunità straniere.

Voteranno dalle 8 alle 20 nei padiglioni di PadovaFiere scegliendo tra i candidati in una apposita scheda elettorale. La commissione è composta da 5 a 25 membri eletti, cui si aggiungono il sindaco (o suo delegato), un consigliere comunale di maggioranza ed uno di minoranza. Il presidente o il Vice Presidente della Commissione, secondo statuto, partecipa al Consiglio comunale con diritto di parola e senza diritto di voto e presenta le eventuali proposte. La commissione, tramite un membro delegato, partecipa anche alle commissioni consiliari e ai consigli di quartiere, con diritto di parola e senza diritto di voto.

“Continuare ad ostinarsi a non riconoscere i fondamentali diritti a chi vive e lavora a Padova – spiega il vice sindaco Ivo Rossi – oltre ad essere poco responsabile è controproducente nelle relazioni sociali. La nostra è una città da sempre all’avanguardia sul fronte dell’accoglienza e del confronto con chi viene da altri paesi: il Santo per eccellenza è uno straniero, portoghese di Lisbona. Sin dal medioevo, qui si laureano i polacchi e gli ungheresi, Galileo Galilei, che era straniero nella Repubblica di Venezia, disse che a Padova visse i ‘migliori diciotto anni della sua vita”.

Flavio ZanonatoSulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Padova e componente dell’Ufficio di Presidenza dell’ANCI, Flavio Zanonato: “ancora una volta, il presidente Napolitano ha dimostrato saggezza e una grande sensibilità su temi fondamentali per il futuro del nostro Paese” commentando l’intervento del presidente Napolitano che ha affermato come sia “un’assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani”. Per Zanonato “è la seconda volta che il presidente Napolitano sottolinea l’esigenza di un adeguamento della legge sulla cittadinanza. I ragazzi nati da genitori stranieri che vivono la loro infanzia e adolescenza in Italia contribuiranno in maniera significativa a definire il livello e la qualità futuri del capitale umano della nostra comunità nazionale.
Intanto questi ragazzi, quando compiono 18 anni, vivono una sorta di paradosso: sono cresciuti in una comunità che non li riconosce di diritto e hanno nel frattempo perso i contatti con la loro comunità di provenienza”.

Giancarlo GentiliniSe gli esponenti di centro sinistra plaudono all’iniziativa del presidente della Repubblica, dalle fila della Lega Nord si minacciano le barricate. Sulla cittadinanza ai figli degli immigrati, Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso e storico esponente della Lega, si dice “completamente contrario, su questo io censuro anche il presidente della Repubblica”. Secondo Gentilini “in caso di espulsione io come sindaco dove tengo i minori? Finiremmo per avere in Italia migliaia di giovanotti senza genitori, espulsi in quanto autori di qualche reato. E’ una questione di sanità gestionale: se vogliono legiferare in questo modo, partono con il piede sbagliato, questa è cattiva amministrazione”.

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, s’appella a quanto scritto nero su bianco nella Costituzione vigente: “c’è la Costituzione che norma con chiarezza tutta questa partita, per cui penso ci si fermi lì, almeno finché il Parlamento non avrà apportato modifiche al testo della Carta fondamentale del Paese”.

Flavio Tosi

Per il sindaco di Verona, Flavio Tosi, l’indicazione del presidente Napolitano si scontra con alcuni principi e ostacoli tecnici: “per prima cosa non credo sia questa, oggi, la priorità del Paese. E non penso sia una preoccupazione per gli stessi immigrati che hanno ben altri problemi”. Ma il problema maggiore, secondo Tosi, si avrebbe nel caso un bimbo nascesse in Italia da una coppia di immigrati, con regolare permesso di soggiorno ma senza cittadinanza: “se ai genitori scadesse il permesso di soggiorno o venisse revocato per Napolitano il figlio sarebbe italiano ma i genitori dovrebbero andarsene. Come la mettiamo? E’ una cosa che dal punto di vista tecnico non sta in piedi e poi lo sappiamo che chi è qua per integrarsi problemi non ne ha”.