La proposta in una mozione presentata in Consiglio regionale veneto dal PdL
La crisi economica morde non solo le imprese, ma anche il mondo dei servizi e quello delle libere professioni che si trovano a fronteggiare un calo degli incarichi con alle spalle un’organizzazione professionale da mantenere. “Non possiamo aggravare l’attuale crisi occupazionale permettendo una silenziosa strage di professionisti. Dobbiamo salvare le centinaia di professionisti veneti, che lavorano nel settore della consulenza legale, da una legge che rischia di essere deleteria e illiberale”. A dirlo sono il capogruppo e il vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo in riferimento alla proposta di legge 601B – sulla riforma dell’ordinamento forense – attualmente in discussione nella Commissione Giustizia della Camera dei deputati. Nel mirino dei due consiglieri regionali c’è in particolare il comma sesto dell’articolo 2, che attribuisce una nuova e ulteriore esclusiva in favore degli avvocati per le attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziali.
“Se passasse una simile disposizione, a centinaia di esperti di infortunistica stradale e di patrocinatori stragiudiziali del Veneto sarebbe preclusa ogni attività”, affermano Cortelazzo e Bond dopo aver presentato in Consiglio regionale una mozione che impegna l’Assemblea e la Giunta a intervenire presso il Parlamento e il Governo perché “in un momento di grave difficoltà come questo, non si possono portare avanti normative che vanno a fissare intollerabili esclusive. Sarebbe fuori dalla storia”.
La mozione presentata a Palazzo Ferro-Fini da Bond e Cortelazzo è frutto di un confronto con i rappresentanti del settore, seriamente preoccupati per il loro futuro. Secondo le stime dell’Aneis, l’Associazione nazionale esperti di infortunistica nazionale, in Veneto ci sono circa mille professionisti attivi: secondo gli esponenti del PdL “a tremare sono anche i collaboratori, i dipendenti, le segretarie degli studi professionali, sicuramente 3.000-4.000 persone che potrebbero restare di punto in bianco a casa senza lavoro solo nel Veneto. Molti di questi professionisti sono ragazzi giovani, che hanno impegnato denaro o fatto mutui per arredare e attrezzare lo studio e per pagare, nei primi periodi, canoni vari, dipendenti ed altro. Insomma – concludono Bond e Cortelazzo – l’approvazione del Decreto legge ora in esame alla Commissione Giustizia, dopo l’approvazione del Senato, sarebbe un duro colpo per l’economia del Veneto, una delle regioni in Italia dove la consulenza legale è più diffusa e radicata che altrove”.
Secondo le elaborazioni diramate dall’Aneis Veneto, i numeri della crisi degli studi professionali sono i seguenti: Belluno 5 (iscritti), 18 (stimati); Padova 114 (iscritti), 410 (stimati); Rovigo 15 (iscritti), 55 (stimati); Treviso 49 (iscritti), 177 (stimati); Venezia 58 (iscritti), 210 (stimati); Vicenza 25 (iscritti), 90 (stimati); Verona 11 (iscritti) 40 (stimati). Per tutta la regione, gli stati di crisi accertati sono 277, con un potenziale di crescita fino a 1.000.