La regione Veneto dimezza il limite demografico minimo per la gestione associata di funzioni comunali

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Passa da 10.000 a 5.000 residenti. Per Ciambetti “tale valore è più adeguato per la realtà dei comuni veneti”

Sono 273 i comuni veneti interessati dal provvedimento della Giunta regionale con il quale si fissa a 5.000 il limite demografico associativo minimo che deve raggiungere un insieme di comuni, con popolazione compresa tra i 1.000 e 5.000 abitanti, obbligati all’esercizio delle funzioni fondamentali.

 

“Nella manovra dello scorso agosto – spiega l’assessore regionale agli enti locali, Roberto Ciambetti – il Governo aveva fissato un tetto minimo di 10.000 abitanti per i comuni che hanno l’obbligo di associarsi. Questo limite è risultato troppo ampio per molte realtà venete, impedendo di fatto ai comuni di creare collaborazioni omogenee e funzionali nei propri ambiti territoriali. Poiché il Governo aveva dato alle regioni la facoltà di calibrare, sulla base delle proprie caratteristiche sociali e territoriali, tale limite, abbiamo ridotto, da 10.000 a 5.000 il limite demografico minimo per l’esercizio in forma associata dei Comuni delle funzioni fondamentali”.

Destinatari del provvedimento sono, per la precisione, i Comuni con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 abitanti che devono avviare l’esercizio associato obbligatorio di almeno due funzioni fondamentali entro la fine di quest’anno e di tutte le funzioni entro la fine del prossimo.

“A noi interessa realizzare davvero l’associazionismo – ha sottolineato Ciambetti – proprio nell’interesse delle numerose piccole comunità venete che non perderanno la loro identità, ma potranno, unendosi sul piano amministrativo, ottimizzare le proprie risorse, mantenendo uno standard accettabile dei servizi, a tutto vantaggio dei cittadini. Siamo molto attenti a creare le condizioni affinché i Comuni possano con convinzione aderire a questa riorganizzazione che, data la sempre più evidente scarsità di risorse, appare oggi irrinunciabile”.