La multinazionale Whirlpool avvia un piano di riduzione del personale di 1.000 unità nei siti produttivi italiani

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La multinazionale americana Whirlpool con una forte presenza in Italia attiva nella produzione di elettrodomestici ha comunicato alle parti sociali l’esigenza di ridurre di almeno 1.000 unità il numero degli attuali addetti. I ‘tagli’ negli stabilimenti di Napoli e Siena sono già oggetto di un’intesa sindacale, mentre vengono formalizzati ora quelli del grande polo lombardo (che ha in tutto oltre 3mila dipendenti) e di Trento.

 

In una nota dell’azienda si dice che“a fronte di un difficile momento economico caratterizzato da forte inflazione, contrazione della domanda, rincaro delle materie prime e calo delle vendite, con previsione di domanda molto debole per uno o due anni si rendono necessari una serie di interventi di ristrutturazione e ridimensionamento della capacità produttiva e degli organici in linea con la realtà del mercato”.

Il piano prevede anche la chiusura del reparto ‘side by side’ (i cosiddetti frigoriferi americani) dell’area frigoriferi di Cassinetta di Biandronno, dove verranno licenziati 350 operai. Sempre in provincia di Varese è stato confermato invece il ruolo di Comerio come centro strategico, così come i centri di progettazione e il polo logistico e produttivo di Cassinetta di Biandronno.

Secondo l’azienda “la gestione dei piani di riorganizzazione avverrà a livello locale con incontri specifici fra azienda e sindacati, con un trattamento equo per le parti in causa e l’impegno a confrontarsi per un accordo che rispetti le esigenze di tutti come già avvenuto recentemente per i siti di Napoli e Siena. La gestione delle eccedenze occupazionali a Varese si realizzerà nell’arco di un biennio attraverso l’attivazione di una procedura di mobilità. Non si esclude il concorso di altri ammortizzatori sociali – conclude Whirlpool – piani di incentivazione all’esodo o di ricollocamento esterno”.

Nel riassetto produttivo è coinvolto anche lo stabilimento di Trento, dove sono a rischio un centinaio di posti di lavoro. Una vera e propria doccia fredda, visto che solo l’altro giorno lo stabilimento, in occasione del taglio dei 100 anni di vita della multinazionale americana, era stato visitato dall’Arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, accompagnato dall’assessore all’industria della provincia di Trento, Alessandro Olivi, il quale aveva definito “la fabbrica del freddo” trentina attiva dal 1970 come “un’industria che sa generare sviluppo competitivo e posti di lavoro”. Peccato che già un paio di anni fa la stessa Provincia fosse intervenuta a favore della multinazionale con un intervento di sostegno finanziario concretizzatosi nell’acquisto dei “muri” della fabbrica tramite la finanziaria provinciale, poi concessa in locazione per il proseguo della produzione. Ora la “tegola” dell’annunciata riduzione del personale che interessa circa un quinto dei 500 addetti dello stabilimento trentino.