Concessione A22, il Tar del Lazio dice “nein” a Dellai e Durnwalder

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Respinto il ricorso presentato contro il bando di gara pubblicato dall’Anas. Autobrennero: “Ricorreremo al Consiglio di Stato”. Ancora critiche per il mancato incontro Stefano Stefanial Ministero

Attorno alla questione del rinnovo delle concessioni autostradali di A22 e A4-A31 le polemiche sono sempre molto accese. A rinfocolarle due avvenimenti delle ultime ore. Da un lato, il mancato incontro a Roma presso il Ministero per le infrastrutture dove erano convocati i rappresentanti della regione Veneto, della provincia di Trento e della provincia di Vicenza. Presenti l’assessore regionale ai trasporti del Veneto, Renato Chisso, il presidente della provincia di Vicenza, Attilio Schneck, al Ministero ha brillato per la sua assenza il rappresentate della provincia di Trento. Dellai, presidente del Trentino, ha dato al colpa al mancato ricevimento del fax da parte del ministero. Una scusa poco plausibile, che ha sollevato le rimostranze, tra gli altri, anche del presidente della Commissione affari esteri della Camera dei deputati, Stefano Stefani: “sinceramente non avrei mai immaginato un atteggiamento simile da parte del governatore Dellai perché, aldilà delle trattative che sarebbero emerse dal vertice di Roma, vedere disertare un confronto molto importante come quello organizzato dal ministro Altero Matteoli non risponde a quello che ci si aspetta da un governatore di una Regione a Statuto Speciale che da questo Paese”. Per l’onorevole Stefani “la supponenza, soprattutto quando sono in ballo gli interessi generali, non aiuta la credibilità della politica ma soprattutto non permette di camminare verso le riforme, e salire su nuove piattaforme strategiche. Purtroppo Dellai questo non l’ha mai considerato”. Non tutto è perduto: l’incontro è stato rimandato a giovedì 17 novembre, sempre presso il Ministero: sarà opportuno che il presidente del Trentino faccia controllare attentamente il fax e la segreteria telefonica in modo da essere sicuro di ricevere la conferma della convocazione ministeriale, magari integrandola da un messo della locale prefettura. Così, tanto per essere sicuri che questa volta le scuse per bigiare siano almeno un po’ più credibili…

Paolo Duiella

L’altro evento che ha fatto da detonatore è stato il rigetto da parte della camera di consiglio del Tar del Lazio del ricorso presentato dalla società A22 per bloccare la gara internazionale indetta dall’Anas per il rinnovo della concessione. Sull’esito del ricorso, a Trento e Bolzano (azionisti di maggioranza di A22) ci tenevano, e tanto. L’amministratore delegato di A22, Paolo Duiella, ha ingoiato il boccone amaro non senza combattere ulteriormente: “ci prepariamo alla gara che nelle prossime ore sarà riattivata da parte di Anas. Intanto, ho convocato il Consiglio d’amministrazione in seduta straordinaria per decidere circa il ricorso al Consiglio di Stato contro la bocciatura del Tar”.

La sentenza del Tar Lazio ha sostanzialmente riaperto i giochi attorno alle concessionarie autostradali trentine e venete. Se Dellai e Durnwalder hanno pensato di bigiare l’incontro al Ministero nella speranza che il Tar desse ragione alle loro posizioni, in modo da potersi presentare in una posizione di forza dinnanzi al Governo, così non è stato: A22 e i suoi azionisti devono riprendere di corsa in mano i vari dossier perché la gara per l’assegnazione dela ricca concessione di A22 deve chiudersi entro la fine dell’anno in corso e i tempi per creare una cordata capace di garantire allo Stato la fidejussione di circa 2 miliardi di euro sono oltremodo stretti. In questo gioco di alleanze, rientra anche l’autostrada Serenissima, che ha legato la propria proroga al completamento del tratto nord della Valdastico con sbocco in Trentino. Uno sbocco tribolato, visto che da vent’anni chi si è succeduto alla guida del Trentino (sempre maggioranze di centro sinistra) hanno trovato mille inghippi per impedirne lo sbocco e il raccordo con l’Autobrennero (per un tratto lungo meno di un chilometro), nonostante la maggioranza dei residenti e la totalità dell’economia sia a favore del suo completamento. La società Serenissima ha presentato ad Anas l’ultima versione del progetto preliminare per l’approvazione, operazione che prelude alla progettazione esecutiva e alla conseguente apertura dei cantieri. Un’opera, il completamento del tratto nord della Valdastico, rientrante a pieno titolo tra le opere strategiche volute dal Governo e, come tale, realizzabile anche dinnanzi alla contrarietà di un ente come la provincia di Trento. Su questo tema, da registrare un battibecco tra il capogruppo dell’Upt (il partito di Dellai), Giorgio Lunelli, che ha definito “assolutamente non utile per il Trentino il completamento della Valdastico” e la consigliera leghista Franca Penasa che ha tacciato Lunelli di “usare l’autonomia in modo vergognoso, mediante il quale ogni spreco è difeso a suon di ricorsi e impugnazioni degli atti del Governo e poi si tradisce lo Statuto di Autonomia negando i diritti dei Comuni che hanno pari dignità di quelli della Provincia”, definendo “il completamento della Valdastico opera di primario interesse per lo sviluppo anche del Trentino”.

Al di la delle polemiche e delle beghe di piccolo cabotaggio, sicuramente rappresentative di un spessore politico ed istituzionale molto limitato dei vari protagonisti, rimane evidente la necessità da parte di tutti di fare un passo indietro, mettere sul tavolo le varie esigenze per trovare una soluzione il più possibile condivisa. Soluzione che è possibile e conveniente per tutti, sempre che si voglia guardare (e decidere) con il senno del buon padre di famiglia, piuttosto che con l’armamentario dell’ideologia veterocomunista. Creare una società unitaria, posseduta dagli enti territoriali che oggi sono rappresentati nelle varie concessionarie, capace di occuparsi di tutte le opere infrastrutturali ferroviarie e stradali di valenza internazionale che interessano il NordEst è una soluzione di buon senso, oltre che di lungo respiro, capace di competere ad armi pari anche con i colossi di oltre frontiera. Proseguire come si è fatto fino ad oggi con singole realtà, ciascuna incaricata di curare il proprio piccolo orticello d’interessi, non si va da nessuna parte, specie di fronte ad una concorrenza internazionale agguerrita interessata ad entrare in forze del grande gioco delle infrastrutture italiane, ferroviarie o autostradali che siano. Il NordEst ha dinnanzi a sé l’occasione storica di diventare la piattaforma logistica del Nord Italia e dell’Europa centrale, intercettando i flussi di merci che viaggiano tra Est e Ovest e Nord e Sud, generando posti di lavoro e ricchezza. Perdere questa possibilità per miopi veti incrociati o per piccoli interessi di bottega non porta da nessuna parte, se non dritti vero un baratro che i cittadini e le imprese del NordEst non meritano affatto.