Trasporto, il Governo accetta la clausola di salvaguardia a favore delle imprese di autotrasporto di confine per evitare la concorrenza sleale dei paesi dell’Est

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Accettato l’Ordine del Giorno di Lega Nord, Partito delle Libertà, Partito Democratico e Italia dei Valori. Soddisfazione di Chiandussi (Confartigianato Trasporti): “ora il Governo intervenga in sede UE”

Soddisfazione da parte delle imprese di autotrasporto attive nelle regioni di confine è stata espressa a seguito del recepimento di due ordini del giorno presentato congiuntamente da maggioranza (Lega Nord e Partito delle Libertà) e opposizione (Partito Democratico e Italia dei Valori) rivolto a tutelare dalla concorrenza sleale proveniente dai paesi dell’Est europeo le imprese di autotrasporto attive nelle regioni di confine, in particolare del Friuli Venezia Giulia.

Pierino ChiandussiPer il presidente di Confartigianato Trasporti Fvg e vice presidente nazionale della categoria, Pierino Chiandussi, “la possibilità che il Governo italiano chieda alla Commissione Ue l’applicazione in Fvg della clausola di salvaguardia per l’autotrasporto, sollecitata più volte da Confartigianato Trasporti del Fvg, sta diventando sempre più concreta”, soddisfatto per l’approvazione all’unanimità al Senato di due ordini del giorno, uno presentato da un gruppo di parlamentari del Pdl e della Lega Nord, l’altro dai parlamentari di Pd e Idv approvato all’unanimità da tutti i gruppi e fatto proprio del Governo, in cui si chiede per l’appunto l’applicazione della clausola di salvaguardia sul cabotaggio nel Friuli Venezia Giulia e azioni per favorire l’aggregazione tra le imprese.

“In questi ultimissimi anni – spiega Chiandussi che si congratula con i parlamentari dei due schieramenti e che si augura che ora il Governo intervenga senza ulteriori remore – hanno chiuso i battenti 500 imprese artigiane dell’autotrasporto. È chiaro che la clausola di salvaguardia non risolve i nostri problemi, ma, oltre a riconosce ufficialmente per la prima volta le oggettive difficoltà per il nostro comparto schiacciato dalla concorrenza, spesso sleale, di vettori dei paesi dell’Est, ci dà almeno un anno di respiro che, viste le condizioni generali dei mercati, non è da buttare via”.

La clausola di salvaguardia, che crea delle barriere protettive, può essere richiesta alla Commissione Ue se in situazioni geograficamente ben definite, quali appunto il Fvg ma non escluse altre realtà di confine, delle imprese subiscono “una concorrenza sleale di operatori residenti in territori limitrofi”. Qualsiasi Stato vi può ricorrere affinché sia, per l’appunto, adottate misure di salvaguardia per la categoria che subisce le conseguenze. Le misure, se adottate potranno restare in vigore per sei mesi e potranno essere prorogate solo una volta. In pratica se il Governo nazionale dovesse chiedere, come appare sempre più evidente, alla Commissione Ue l’applicazione della clausola di salvaguardia, per gli autotrasporti del Fvg si determinerà una “tregua” di un anno nella concorrenza sleale dei vettori stranieri.

Sergio DivinaSoddisfazione pure da parte del senatore della Lega Nord Sergio Divina: “il provvedimento approvato all’unanimità dal Senato consente di portare un po’ di ossigeno ad un settore strategico dell’economia nazionale quale l’autotrasporto che assicura oltre il 90% della logistica delle merci. Bene la clausola di salvaguardia che interessa tutte le aziende di autotrasporto della Padania, ma bisogna intervenire anche su tutte quelle aziende nazionali che hanno delocalizzato all’estero la propria attività che rischiano di fare ulteriori danni alle imprese medio piccole, all’economia nazionale, facendo mancare gettito e crescita economia alla nazione. Credo che sia compito fondamentale di uno Stato evitare che un settore strategico dell’economia come l’autotrasporto possa subire una crisi devastante e irrecuperabile. Bisogna agire al più presto per riportare i costi italiani del sistema trasportistico all’interno dei valori medi europei, ad iniziare dal costo dei carburanti, con il gasolio che ha raggiunto livelli esorbitanti ed ingiustificati rispetto al costo internazionale del barile di petrolio”.