Gli artigiani del Veneto a favore delle riforme, sia dello Stato che della Regione. Sbalchiero: “la situazione drammatica impone coraggio e scelte impopolari di chi governa e sacrifici per tutti”

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Giuseppe SbalchieroGli artigiani del Veneto scendono a fianco del Governo nazionale impegnato in un’operazione di profonda ristrutturazione dello Stato per uscire dalla drammatica situazione attuale. Una posizione che condivide lo scenario delineato dal presidente Silvio Berlusconi nella lettera d’intenti consegnata all’Europa circa gli impegni che il Governo si è assunto per ridurre il debito e la spesa pubblica, semplificando l’azione di governo della cosa pubblica e dell’economia.

 

Il presidente di Confartiganato del Veneto, Giuseppe Sbalchiero, in una nota diffusa alla stampa è netto: “ancora una volta mi riconosco in pieno nelle parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano (“in tale situazione il Governo deve avere coraggio, non può sottrarsi a misure impopolari”), alle quali mi sento di aggiungere che la situazione è talmente grave per cui è ora di finirla con i veti incrociati e la difesa del fortino, i sacrifici ci devo essere e sono per tutti”. Questo il monito del presidente degli imprenditori artigiani indirizzato in particolare alla leader della Cgil Susanna Camusso, che ha subito posto il suo no incondizionato al provvedimento contenuto nella lettera del Governo inviata all’Unione Europea sulla riforma del lavoro, con la possibilità di introdurre licenziamenti per motivi economici.

Secondo Sbalchiero questo “è tempo di unità nazionale. Non possiamo più permetterci di continuare ad ingessare il Paese in questo modo. Bisogna tornare ad una chiara distinzione di ruoli. La politica torni a fare politica e si mostri consapevole delle decisioni, anche impopolari, da prendere ora nell’interesse nazionale e nell’interesse europeo. Le parti sociali, tutte, hanno l’obbligo di tutelare imprese e lavoratori a prescindere se sono iscritti o meno, ma non è più possibile continuare con i pregiudizi ideologici. Smettiamola di trasformare la rappresentanza in veti politici”. Dal fronte sindacale a quello della maggioranza, Sbalchiero incalza i partiti che sostengono il Governo: “non è più ammissibile assistere a continui distinguo in seno alla stessa maggioranza, soprattutto quando ciò riguarda autorevoli Ministri che si lamentano di non essere coinvolti nelle misure proposte. Si pensi piuttosto ad allentare il Patto di Stabilità che impedisce a Regioni, Province, Comuni virtuosi e Camere di commercio di far circolare le risorse che hanno in cassa per pagare i debiti con le imprese. Il debito italiano è una responsabilità del ministero dell’Economia e se vuole pagarlo lo faccia vendendo il patrimonio dello Stato e non facendolo ricadere sulle spalle di chi lavora”. Il presidente degli artigiani del Veneto critica duramente anche “coloro che in queste ore si vantano di ‘avere il coltello dalla parte del manico’. A questi ricordo che, sino a prova contraria, il coltello prima o dopo torna in mano agli elettori!”.

Cambiando livello di governo, da quello nazionale a quello regionale, il leader degli artigiani del Veneto giudica positivamente la proposta lanciata dal presidente della Giunta regionale veneta, Luca Zaia, di dismettere gli immobili di proprietà regionale: “si tratta di un fatto di concretezza e originalità straordinaria estendere anche alle Regioni il piano di dismissione degli immobili. E’ questa la politica che ci piace, quella che guarda ai bisogni del territorio, delle imprese dei cittadini e cerca soluzioni invece che motivi per impantanare tutto”. Sbalchiero dice di “apprezzare l’impegno preso da subito dal presidente Zaia di vincolare i proventi all’assestamento dei bilanci per promuovere l’occupazione e lo sviluppo. Un obiettivo che non possiamo che condividere visto la penuria di fondi che hanno tutte le leggi regionali a valere sulle imprese. A tal proposito mi sento di rilanciare, proponendo che la regione Veneto inizi a rientrare anche dai suoi impegni nelle varie aziende quotate, distribuendo in questo modo a molti il tanto denaro oggi confinato in poche attività”. Gli artigiani del Veneto (e con essi probabilmente tutti coloro che ogni giorno intraprendono e rischiano in proprio) attendono ora i fatti.