Il Veneto è la quarta Regione italiana per consistenza del fenomeno immigratorio, con provenienza prevalente dall’Est europeo e dall’Africa. Se al 31 dicembre 2010 in Italia si contavano 4 milioni 562 mila immigrati, il Veneto ne calcolava circa 505 mila, pari al 10,2%, dietro l’Emilia Romagna (11,4%), l’Umbria (11%) e la Lombardia (10,7%). Questi dati hanno fatto da sfondo all’intervento con il quale l’assessore regionale ai flussi migratori Daniele Stival (Ln) ha aperto a Mestre il convegno “Immigrazione in Veneto, migranti a attori locali: incontri, idee e risorse per il co-sviluppo”, organizzato dalla Regione in collaborazione con Veneto Lavoro, dedicato al fenomeno dell’immigrazione nella regione, alle azioni per sviluppare l’integrazione ed alle opportunità per favorire il rientro volontario nei Paesi d’origine.
Secondo l’assessore Stival, “nel Veneto stiamo attuando una strategia rivolta da un lato a favorire l’integrazione degli immigrati che hanno un serio progetto di vita qui da noi tramite una stretta concertazione con gli enti locali, le associazioni e gli organismi operanti nel settore; e dall’altro a sostenere il rientro in patria di coloro che, avendo conseguito una professionalità e un’istruzione scolastica e professionale, intendono mettere a frutto quanto acquisito nel loro paese d’origine, contribuendo così allo sviluppo locale”. Riguardo al lavoro sull’integrazione nella comunità che accoglie gli immigrati, Stival ha particolarmente posto l’accento sull’importanza della concertazione territoriale: “il Piano Triennale regionale ed i conseguenti piani annuali sono infatti l’esito proprio di un impegnativo processo di concertazione territoriale, con la costituzione su base provinciale di “sedi dedicate” alla mediazione ed al confronto, andando così oltre i generici obiettivi di integrazione degli anni ’90 per puntare su progetti condivisi, convergenti o collegati rispetto all’accesso alla casa, al sistema dei servizi, alla formazione linguistica e professionale”. Per questi lavoratori, secondo Stival “ritengo fondamentale la conoscenza della lingua italiana, ma anche del dialetto, che si parla diffusamente nei cantieri dove lavorano tanti operai stranieri o nelle famiglie presso le quali lavora una badante”. L’assessore ha anche dato notevole rilievo alle politiche volte a favorire il rientro in patria: “lo specifico sportello che abbiamo attivato ha già gestito più di 200 pratiche ed è uno strumento efficace per agevolare tutto il necessario per coloro che vogliono rientrare in patria”. Al convegno partecipano anche il vicepresidente della competente commissione consigliare Roberto Fasoli, il vice presidente della Consulta regionale per l’immigrazione Abdellah Kehzraji, il direttore di Veneto Lavoro Sergio Rosato.