Parte il conto alla rovescia per il censimento generale della popolazione, che anche in Provincia di Bolzano scatterà il 9 ottobre. Per lo svolgimento delle operazioni si punta molto sulla novità della compilazione telematica sul portale internet, mentre la dichiarazione di appartenenza linguistica dovrà ancora essere compilata su modulo cartaceo. E proprio quest’ultima sta suscitando polemiche e preannunci di ricorsi alla magistratura per invalidare quella che la consigliera Elena Artioli (Ln) definisce “una parziale schedatura etnica”. L’esponente leghista richiama il suo diritto di potersi dichiarare mistilingue, una possibilità attualmente non prevista dallo Statuto d’autonomia dell’Alto Adige.
In provincia di Bolzano, la dichiarazione di appartenenza etnica serve per calcolare la cosiddetta “proporzionale”, con cui vengono ripartiti tra i tre gruppi linguistici che popolano l’Alto Adige (italiani, tedeschi e ladini) i posti nel pubblico impiego e gli alloggi dell’edilizia sociale. Chi non appartiene a nessuno dei tre gruppi linguistici ufficiali deve comunque aggregarsi ad uno di essi, falsando così una realtà in continua crescita per via dei matrimoni misti tra i diversi gruppi etnici. “Ciò che chiediamo è semplicemente la possibilità di dichiararci ad un tempo dei due gruppi etnici ai quali apparteniamo, in attesa che venga ufficialmente costituzionalizzato il gruppo dei mistilingui tramite la modifica dello Statuto” sottolinea la consigliere Artioli che ha avviato presso il Tribunale di Bolzano un giudizio di merito per fare riconoscere il suo diritto, facendo dichiarare l’esistenza di “un concreto ed illegittimo odioso atto di discriminazione etnica” che interessa ormai qualche migliaio di persone. “Una battaglia di civiltà”, secondo Artioli che si dichiara pronta a seguire tutti i gradi di giudizio fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Intanto, sulla dichiarazione etnica interviene anche l’assessore regionale per le minoranze, il ladino Luigi Chiocchetti, che ha voluto “lanciare un appello a tutti i componenti delle minoranze etniche riconosciute dallo Statuto speciale d’autonomia della regione Trentino Alto Adige affinché dichiarino la loro appartenenza al gruppo linguistico di riferimento”. Per Chiocchetti “dichiararsi significa dare forza ‘fisica’ alla propria comunità, perché più consistente è il numero di componenti di una minoranza che si dichiarano, più aumenta la forza rappresentativa della stessa minoranza e le garanzie a tutela e promozione della sua lingua e cultura”. Anche il vicepresidente della provincia di Bolzano, Christian Tommasini (Pd) interviene sulla dichiarazione etnica: “la dichiarazione anonima e resa solo a fini statistici è un passo avanti significativo, per questo sono da respingere i tentativi di dare una connotazione politica e quindi di strumentalizzare il censimento 2011”.