Il detto “una mela al giorno leva il medico di torno” è quanto mai valido, specie per il consorzio Melinda, protagonista indiscusso della produzione delle mele nelle Valli di Non e di Sole nel Trentino occidentale.
Melinda punta sulla fondatezza scientifica della saggezza popolare: numerosi studi hanno dimostrato come le mele contengano grandi quantità di polifenoli, antiradicali liberi con attività antinvecchiamento, antimalattie cardio-vascolari e soprattutto anticancro. Contemporaneamente, sta crescendo tra le persone la progressiva consapevolezza che alimentarsi in modo sano ed equilibrato sia un presupposto indispensabile per la nostra salute, a tutte le età. Proprio per questo il consorzio Melinda, produttore delle uniche mele DOP italiane, è impegnato nel dare ai consumatori non solo mele di qualità superiore, ma anche informazioni sul ruolo che possono svolgere se adeguatamente inserite nell’alimentazione quotidiana, oltre ad un corretto stile di vita.
Assieme alla Fondazione Isal, Melinda collabora alla prima Giornata nazionale contro il dolore in programma per domenica 16 ottobre 2011 in 31 piazze italiane. La Giornata nasce con l’intento di informare ed
educare i cittadini sui temi legati al dolore cronico. Esiste finalmente il diritto a non soffrire, almeno inutilmente. Dal 15 marzo 2010 lo sancisce anche la legge. Il dolore cronico è una piaga ed un costo sociale che colpisce in Italia oltre 12 milioni di persone, pari al 20% della popolazione attiva, 3 milioni di ore lavorative e 3 milioni di euro in farmaci e prestazioni sanitarie e le donne sono quelle che soffrono di più per causa di questa patologia. Eppure il dolore è una malattia culturalmente quasi sconosciuta alle Autorità Sanitarie. In quasi venti anni di attività, la Fondazione ISAL ha dato una risposta concreta a questo vuoto culturale e legislativo, formando oltre l’85% dei medici specialisti in terapia del dolore e promuovendone la conoscenza, la ricerca e la formazione.
Sempre nel campo della prevenzione sanitaria, a livello locale il Consorzio è impegnato anche con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari della provincia autonoma di Trento per la realizzazione di una rete telematica di rilevazione del segnale biologico elettrocardiografico in tutti gli ambulatori e reparti dell’Ospedale, nelle RSA e nei poliambulatori dei Distretti Sanitari delle Valli di Non e di Sole in modo da permettere ai pazienti di rimanere il più periferici possibili, vicino al loro domicilio, facendo invece viaggiare le immagini, rendendo possibile ottenere la rilevazione dell’elettrocardiogramma ovunque sia il paziente, di trasferirlo presso il reparto di Medicina Interna dell’Ospedale di Cles da dove poi, refertato, viene rinviato per la stampa alla sede originaria di registrazione ed inoltre archiviato su memoria informatica da cui è e sarà rintracciabile anche a distanza di tempo, raffrontabile con attuali e futuri di un singolo paziente e trafficabile in ogni punto della rete aziendale dedicata. In particolare, questa rete telematica dei segnali ECG è servita in modo peculiare per la gestione integrata ospedale-territorio di una patologia molto comune e molto disabilitante quale lo scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco infatti costituisce oggi un grave problema sanitario con sensibile ripercussione sui costi sanitari; nonostante l’applicazione di terapie a massima ottimizzazione e prevalentemente individualizzate, lo scompenso cardiaco rappresenta ancora una patologia con elevata morbilità e mortalità e la sua evoluzione è caratterizzata da fasi stabili più o meno lunghe e da fasi di lenta progressione e da fasi di brusca instabilizzazione. In particolare queste ultime condizionano un aumento delle ospedalizzazioni che sono spesso prolungate e che aggravano ulteriormente la spesa sanitaria.
Oltre che sugli aspetti sociali e sanitari, l’attività di Melinda è costituita anche di fatti economici. Nelle Valli del Noce essa dà occupazione a circa il 30% della popolazione residente grazie alle 4.000 aziende agricole facenti parte del Consorzio con 1.000 dipendenti diretti (di cui l’80% donne) e un indotto ammontante in circa 15.000 posti di lavoro. Un fatturato di oltre 150 milioni di euro che rimane per oltre il 70% nelle Valli di Non e di Sole realizzato ponendo attenzione alle pratiche agronomiche legate alla melicoltura, alla salvaguardia delle risorse idriche e al contenimento dell’inquinamento ambientale.
Quanto alla campagna di raccolta 2011, il direttore generale di Melinda, Luca Granata, è soddisfatto: “la raccolta di quest’anno è ancora in corso ma è di ottima qualità e quantità dopo i cali degli anni scorsi. Il mercato quest’anno è partito bene con una tendenza dei prezzi stabili o in crescita. L’Italia si conferma anche quest’anno il maggior produttore europeo di mele da tavola, con la Val di Non che rappresenta circa il 15% dell’intera produzione nazionale con più di 350.000 tonnellate di mele raccolte e commercializzate come Melinda. Si preannuncia il record assoluto di produzione di Renetta, una delle mele con il maggior contenuto di polifenoli”.