Sul nuovo assetto di vertice di Autovie Venete Spa, la società concessionaria del tronco Venezia-Trieste dell’A4 e di alcune bretelle in territorio friulano, è scoppiata la bagarre politica sia all’intero della maggioranza di centro destra che governa la regione Friuli Venezia Giulia, che detiene la maggioranza delle azioni dell’autostrada, che tra centro destra e centro sinistra.
Il motivo del contendere che ha portato la Lega Nord pure a non partecipare ad una riunione della giunta regionale in segno di protesta, è la nomina a direttore generale ad interim dell’attuale direttore operativo della concessionaria, Enrico Razzini, su proposta del presidente della società, Emilio Terpin espressione del Pdl. La cosa non è andata a genio alla Lega Nord, che esprime uno dei due vicepresidenti, Enzo Bortolotti, che ha votato contro alla delibera che prevede, oltre alla nomina del direttore generale, anche la ridistribuzione delle deleghe operative tra il presidente e il direttore generale, lasciando privi di deleghe operative i due vicepresidenti. La cosa è stata criticata dal capogruppo consiliare del Carroccio friulano, Danilo Narduzzi, che ha chiesto al presidente della Regione Tondo di sospendere la decisione presa dal vertice autostradale. Critiche anche dal segretario nazionale della Lega Nord friulana, Pietro Fontanini, secondo cui “agire in questo modo serve solo a svilire il ruolo dei vicepresidenti, impedendo loro di incidere e di operare fattivamente. La Lega non chiede poltrone, ma vuole solo lavorare per rendere le nostre infrastrutture sempre più moderne e competitive. Se i vicepresidenti non hanno deleghe, tanto vale abolirli”.
Le critiche non giungono solo dall’interno della maggioranza, ma anche dall’opposizione: il capogruppo del Pd in regione Gianfranco Moretton si dichiara “preoccupato per la situazione venutasi a creare, facendo emergere una serie di situazioni equivoche nella distribuzione delle deleghe operative che potrebbero compromettere la buona funzionalità e operatività della società”. Oltre a ricordare alcuni possibili conflitti d’interesse in capo alla persona del presidente della società Terpin nella sua veste di avvocato difensore dell’assessore regionale ai trasporti, Moretton ricorda come “la più importante società della Regione sia gestita male, tanto più che si avvicina la data della scadenza della concessione dell’Anas”, e che, sempre secondo il capogruppo piddino “ci sarebbero molti problemi anche riguardo ai finanziamenti approvati per l’ampliamento a 3 corsie di marcia dell’attuale tracciato. Finanziamenti che non sarebbero ancora materialmente disponibili, mentre si sono già appaltati e affidati i lavori alle imprese, che non possono aprire i cantieri perché mancano i soldi”. Mentre dalle file dell’opposizione Pd si leva anche la voce dell’eurodeputata Debora Serracchiani che critica lo scontro in atto tra la Lega Nord e l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Riccardi (PdL) circa la gestione dell’autostrada, “evidenziando responsabilità molteplici, ma quella prima e più grave risale al presidente Tondo che non ha saputo mantenere una rotta dritta su una società strategica come Autovie, tenendola al riparo da lotte intestine e di fazione”, dalla maggioranza si leva una voce a difesa dell’operato dell’assessore ai trasporti e del presidente della regione: secondo il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo, “la polemica sull’assetto di governo di Autovie Venete ha assunto risvolti che prescindono dalle questioni che contano per la società e il presidente Tondo saprà suggerire le soluzioni più utili per uscire dall’attuale situazione e che all’interno di una società come Autovie sono importanti gli apporti tecnici, le doti manageriali e la volontà politica”. Già la volontà politica, ma il problema più grosso di Autovie ora non pare essere tanto la questione dell’assetto di governo all’interno della società, ma il fatto di avere appaltato i lavori per la terza corsia dell’A4 senza avere predisposto i necessari finanziamenti.