Per il presidente di Confindustria Veneto serve un patto di salvaguardia per il Veneto
Duro ed inappellabile giudizio sulla “manovra” finanziaria da poche ore entrata in vigore da parte di Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto: “se scattassimo un’istantanea del Paese potremmo sintetizzare la situazione in consumi delle famiglie fermi, investimenti stagnanti, mercato del lavoro pericolosamente bloccato”. Un giudizio fortemente negativo, che lancia un patto tra tutte le forze economiche e istituzionali per salvaguardare la Regione.
Secondo Tomat, “la manovra è per 2/3 basata su nuove entrate fiscali, e quindi, tasse, e solo per un terzo tagli; manca totalmente un disegno di riforme strutturali, che dia una prospettiva credibile ai sacrifici che siamo chiamati a fare. Ai dieci anni perduti, rinviando di volta in volta ogni riforma, se ne sono aggiunti altri tre. Il reddito degli italiani nel frattempo – rispetto alla media europea – è passato dal 107% nel 1996 al 93% nel 2011”. Per il il presidente veneto di Confindustria, i pochi tagli adottati dalla manovra vanno a penalizzare (nella prospettiva 2012-2014) soprattutto le Regioni, “rispetto ad altri enti locali di cui a più riprese è stata chiesta, a ragion veduta, l’abolizione. Allo stesso tempo si lasciano intatte le spese della sanità (che peraltro condiziona pesantemente i bilanci regionali) e le spese per la previdenza che crescono del 4,3% l’anno”.
In questo contesto di finanza pubblica, le regioni per mantenere una pur ridotta capacità di spesa, si rivarranno aumentando l’Irap e l’addizionale Irpef: per Tomat “questa è una delle conseguenze inique della manovra, dove appaiono evidenti la miopia delle scelte, la mancanza di credibilità e l’incapacità della Politica, del Governo e del Parlamento di incidere sui veri nodi del Paese, di proporre e motivare un patto di sacrifici e di rilancio, trasparente ed equo, per tutti gli italiani, al fine di riportare il debito pubblico al di sotto del 100% del Pil”.
Una situazione che, secondo Tomat, è stata sottovalutata dalla politica del governo e della sua maggioranza: “purtroppo la ‘politica romana’ continua a dimostrarsi sorda agli appelli che accomunano tutte le categorie sociali, annichilita e incapace di reazione, inadeguata rispetto alla portata dei problemi, tutta intenta a difendere privilegi e posizioni, mentre tutto intorno crolla. La difficile situazione che Regioni e Comuni si trovano ad affrontare richiama con forza la necessità di avere maggiore autonomia nelle decisioni di spesa così come nell’utilizzo delle risorse”.
Per evitare di essere trascinati in una bolgia, Tomat propone una soluzione limitata al territorio del Veneto: “le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni Sindacali e la stessa Regione debbono provare a costruire – utilizzando tutte le leve che ognuno può ancora manovrare – un Patto che salvaguardi il nostro sistema socio-economico territoriale, adottando comportamenti, azioni e politiche che accompagnino ed agevolino le trasformazioni, riducano i costi sociali e creino le condizioni per tornare crescere riguadagnando competitività”. Uno scenario non facile, ma che vale la pena di provare.